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COVID-19: la ricetta per la ripartenza secondo l’industria europea

COVID-19: confindustria in Italia, MEDEF in Francia, BDI in Germania: le confederazioni industriali stimano l’impatto della crisi sull’economia nei rispettivi Paesi e propongono azioni concrete per la ripartenza.

L’emergenza Covid-19 ha portato ad una nuova fase storica di profondo cambiamento che il sistema sociale, politico, economico stanno provando a fronteggiare.

Qual è la situazione nei maggiori Paesi europei? Quali le proposte che potrebbero incoraggiare la ripresa economica?

Questo mese nel Magazine di EiQ Industrial facciamo il punto sull’emergenza dal punto di vista del comparto industriale di Italia, Francia, Germania, per sintetizzare quali sono le proposte per la ripartenza delle rispettive organizzazioni industriali.

 

ITALIA

I DATI

Lo scenario è ancora incerto e prevede una diminuzione del PIL del 9,6% per quest’anno che risalirà nel 2021 con un +5,6%.

Secondo una recentissima indagine rapida (datata 1 giugno) di Confindustria, la principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere italiane, la produzione industriale a maggio è diminuita del 33,8% rispetto ad un anno prima, dopo il -44,3% rilevato ad aprile. Nella media degli ultimi tre mesi, cioè da quando sono state introdotte le misure di contenimento per il virus, il livello dell’indice destagionalizzato della produzione è inferiore del 34,2% rispetto a febbraio.

La fine del lockdown ha favorito una lenta ripartenza anche se domanda interna ed estera restano molto deboli. Nei mesi primaverili PIL e produzione diminuiranno ancora di più rispetto a quanto osservato nel primo trimestre.

Il fatto che a maggio si rilevino alcuni dati positivi (ad esempio, rispetto aprile, la produzione è aumentata del 31,4%), non deve trarre in inganno perché “in condizioni di bassi livelli di attività, anche minimi progressi dei volumi si traducono in significativi aumenti percentuali”, spiega una nota della Confederazione.

LE PROPOSTE

Confindustria a marzo era intervenuta sostenendo queste azioni utili per contrastare il rallentamento dell’economia (consultabili qui):

  • Rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, come primo motore della crescita economica attraverso un piano straordinario triennale con commissari straordinari e task force multidisciplinari
  • Ambizioso piano di rilancio a livello europeo
  • Misure volte a garantire liquidità alle imprese attraverso:
    • Potenziamento delle attività per il fondo garanzia per le PMI
    • Possibilità per le imprese in difficoltà di dilazionare i pagamenti tributari
    • Nuove linee di credito
    • Investimento dei fondi pensione in capitale e debito delle PMI e in infrastrutture
  • L’avvio di un nuovo e vasto programma per la semplificazione a livello tributario e per favorire la transazione energetica
  • Incentivi all’occupazione giovanile con sgravi fiscali
  • Un piano di azioni volte ad attrarre, stimolare e rilanciare gli investimenti privati con il potenziamento degli incentivi fiscali

FRANCIA

I DATI

In Francia, la MEDEF (Mouvement des entreprises de France), il principale network di imprenditori francesi, stima in un recente studio il calo dell’8,2% del PIL per quest’anno e un tasso di attività nel settore dell’industria in calo del 40% a fine maggio.

Inoltre la domanda subirà un forte shock con un -9% di consumo e -12% di esportazioni. Le famiglie saranno portate a consolidare i risparmi e diminuirà il loro reddito.

LE PROPOSTE

La MEDEF ha proposto una serie di linee guida per la ripresa economica che si prefiggono un unico obiettivo: aumentare la fiducia attraverso tre pilastri.

Ecco quali sono con le proposte riferite all’ambito delle imprese e dell’industria (qui è possibile leggere il documento completo):

  • Ricostruire
    • Supportare i consumi delle famiglie per fare circolare il denaro
    • Sostenere economicamente le aziende
    • Rafforzare l’equità delle imprese sfidate dalla crisi
    • Migliorare l’attrattività e la competitività
    • Ripristinare le condizioni per la circolazione di persone e merci in Europa
  • Rifondare
    • Mobilitare i finanziamenti europei in settori strategici come l’aeronautica, trasporti a basse emissioni, farmaceutica, agroalimentare, digitale
    • Sostenere l’innovazione nelle PMI, aumentando il credito d’imposta per l’innovazione
    • Sostenere la transizione ecologica ed energetica dell’economia
    • Intensificare la trasformazione digitale e pensare alla robotizzazione nelle aziende
    • Completare la revisione della “tassazione digitale” e le aliquote minime di imposta sulle società
    • Promuovere la condivisione del valore
    • Amplificare l’approccio CSR
  • Proteggere
    • Invitare tutte le aziende a elaborare la loro mappatura dei rischi per essere più resilienti alle crisi
    • Incoraggiare le aziende a includere nella formazione la gestione delle crisi
    • Supportare le transizioni professionali dei dipendenti: promuovere la transizione da un settore di attività a un altro
    • Riorganizzare e reindirizzare la salute sul lavoro verso la prevenzione

GERMANIA

I DATI

In Germania, la BDI, Federazione dell’Industria tedesca, ha stimato una diminuzione della produzione del settore manifatturiero dell’11,5% a marzo rispetto a febbraio: il calo più marcato dal 1991. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente la diminuzione è del 14,4%.

Anche gli ordini a marzo sono calati del 15,6% rispetto al mese precedente.

LE PROPOSTE

Tra le varie raccomandazioni della BDI, è di particolare rilevanza il documento di “Riavvio e Ripristino” che individua 4 fasi per la ripresa con le relative azioni da intraprendere.

Queste sono alcune delle proposte più importanti:

  • Fase 1 – Contenimento (2020):
    • Favorire la liquidità
    • Raggiungere accordi internazionali per rimuovere le barriere commerciali e non introdurne di nuove
    • Rivedere l’efficacia delle politiche e la loro adeguatezza
  • Fase 2 – Rientro (2020-2021):
    • Ripristinare le catene di valore europee e non
    • Ripristinare le relazioni industriali e i processi
    • Coordinare misure di supporto a livello europeo
    • Stimolare l’economia
  • Fase 3 – Stabilizzazione (2021):
    • Incrementare la domanda e il consumo delle famiglie
    • Coordinare le strategie di ripresa a livello europeo
    • Ripristinare e rivitalizzare il mercato interno europeo
  • Fase 4 – Ripresa (2021-2022):
    • Sviluppare un programma di crescita a lungo termine
    • Favorire gli incentivi per la ricerca e sviluppo
    • Intervenire sui tassi di interesse
    • Condurre le politiche nazionali in linea con le iniziative europee e attivare i canali di finanziamento europeo
    • Rivalutare il programma di Azione climatica 2030

UN UNICO PIANO EUROPEO

Fin qui le proposte dei singoli Stati, ma tutte le federazioni sono concordi nel sostenere che un’azione unita a livello europeo farà la differenza e mai come in questo tempo sono fondamentali la collaborazione e la solidarietà reciproca.

Proprio da queste considerazioni, a maggio le tre federazioni hanno elaborato una dichiarazione congiunta che funge da messaggio per i rispettivi governi con l’obiettivo di chiedere un piano unico ambizioso all’insegna della solidarietà, sostenibilità e digitalizzazione.

Le tre associazioni chiedono:

  • Di passare progressivamente a piani di uscita dall’emergenza e al sostegno fiscale
  • Un coordinamento e cooperazione europea e internazionale che possa portare ad una risposta congiunta in tutti gli ambiti: manifattura, il mercato unico, i trasporti transfrontalieri, la mobilità del lavoro e il turismo.
  • Una risposta ambiziosa a livello finanziario con la creazione anche del Recovery Fund
  • Forti misure fiscali a livello nazionale ed europeo
  • Priorità politiche messe a bilancio, comprese le ambizioni per un’Europa più verde, inclusiva, autonoma e produttiva.